venerdì 26 novembre 2010

Entra in funzione a Corinaldo l'impianto a biogas dai rifiuti

Con il taglio del nastro da parte del sindaco di Corinaldo Livio Scattolini, è stato dato l’avvio all’impianto per lo sfruttamento del biogas prodotto dai rifiuti.


I lavori sono stati iniziati a fine agosto del 2004 e l’inaugurazione è avvenuta il 31dicembre 2004.
“L’impianto è stato realizzato a tempo di record - ci dice l’ingegner Matteo Millevolte.- Nelle Marche abbiamo realizzato quattro impianti: quello di Morrovalle (MC) con una potenza installata di 660 kWe; di Macerata, potenza installata di 1320 kWe; di Fermo, potenza installata di 1890 kWe e quello di Corinaldo, che produce una potenza di 750 kWe all’ora di elettricità a 380 volt, che un trasformatore converte in 20.000 volt, pronti per essere immessi nella rete dell’Enel.
Il Biogas è una fonte di energia rinnovabile, presente sul territorio nazionale.
Asja, leader in Italia in questo settore, ha progettato e costruito, dal 1995, 18 impianti di valorizzazione energetica del Biogas, di cui attualmente ne gestisce 15, per una produzione stimata, nel 2004, di oltre 168.000 MWh.
Sono, inoltre, in corso di realizzazione ulteriori quattro impianti”.
Gli amministratori del Comune di Corinaldo Livio Scattolini, sindaco ed Emilio Pierantognetti, vice sindaco, sono pienamente soddisfatti dell’impianto realizzato nella discarico di San Vincenzo, che è in grado di sviluppare 440 metri cubi di biogas all’ora.
L’energia che viene prodotta a Corinaldo viene venduta all’Enel e una parte del ricavato torna a chi gestisce la discarica, cioè alla ditta Asa (Azienda Servizi Ambientali) S.r.l., con sede in Via San Vincenzo, 18 di Corinaldo, che riunisce i Comuni dell’area Misa-Nevola, che utilizzano la discarica corinaldese.
Il presidente, avvocato Orlando Olivieri, – ci dice – “E’ stato fatto un ulteriore passo per dare trasparenza alla gestione dell’attività della discarica”. “Adesso puntiamo a quella Emas – aggiunge Tonino Dominaci, – nel 2005 vogliamo mettere mano a una campagna di sensibilizzazione per aumentare la raccolta differenziata”.
Il responsabile tecnico Lorenzo Magi Galluzzi è soddisfattissimo della realizzazione dell’impianto effettuato nella discarica di San Vincenzo da parte dell’Asja, che permette di erogare energia elettrica sufficiente al fabbisogno di 2.272 famiglie per un anno. 




Fonte

lunedì 22 novembre 2010

Inaugurato impianto Biogas nel Lodigiano

Ossa, sangue, grasso, e stallatico; anche dei bovini, come per il maiale, non si butta niente. Lo dimostra il nuovo impianto di biogas per la produzione di energia da fonti rinnovabili inaugurato a Ospedaletto Lodigiano (Lodi), da Inalca Jbs, società leader in Italia nella produzione e trasformazione di carni bovine con un fatturato 2009 di 1,15 milairdi di euro. Si tratta, come ha sottolineato Claudia Cremonini in un incontro stampa nell’ambito dell’iniziativa ‘Apertamente’ promossa da Federalimentare all’insegna quest’anno del gruppo sostenibile, di “un nuovo impianto che ha richiesto un investimento di 4,5 milioni di euro e permetterà di auto-produirre circa 7,5 GWh l’anno interamente da fonti rinnovabili.Obiettivo della società è quello di ottenere nel 2012 una autoproduzione interna in grado di coprire oltre l’80% del fabbisogno energetico, tramite la cogenerazione industriale e l’utilizzo di fonti rinnovabili”. “Il sogno di diventare quasi autosufficienti si avvera oggi” ha detto Giovanni Sorlini, responsabile Qualità, ambiente e sviluppo sostenibile di Inalca Jbs, la holding per la produzione e trasformazione delle carni bovine del gruppo Cremonini.
“Questo progetto – ha sottolineato Sorlini – ci consentirà di uscire dal Protocollo di Kyoto, e di far sì che la scelta pro rinnovabili e il taglio delle emissioni di CO2 sia una libertà e non un mero costo economico per l’impresa”. Soldini ha poi evidenziato che nell’impianto di biogas inaugurato oggi “non viene utilizzata come materia prima il mais, fonte preziosa per la produzione alimentare e per i mangimi; questo anche per non creare distorsioni in termini di prezzi. A Ospedaletto Lodigiano materia prima sono solo le biomasse altrimenti destinate all’eliminazione.Per Inalca Jbs sostenibilità vuol dire recuperare, e non andare a prendere ingredienti della dieta alimentare o animale come il granturco. Il fango di depurazione, lo stallatico, e il sangue smaltito sono i nostri carburanti”. Attualmente il fabbisogno energetico annuo degli stabilimenti Inalca Jbs è di 77 GWh. Grazie agli importanti investimenti realizzati dal 2005 sulla cogenerazione oggi il 48% del fabbisogno stesso è interamente autoprodotto, con ub risparmio del 18% di Tep (Tonnellate Petrolio Equivalenti) all’anno e la riduzione di emissioni di CO2 paria a 16mila tonnellate l’anno non immesse nell’atmosfera. Inoltre, sempre in linea con le scelte volte alla sostenibilità della produzione, Inalca Jbs ha ridotto del 20% negli ultimi quattro anni la produzione di rifiuti, arrivando a differenziarne oltre il 50%, e ha completato un sistema di recupero delle acque di processo che permette di risparmiare oltre 82mila mc di acqua all’anno, con una capacità di depurazione pari a una città di 300mila abitanti, cioé una città come Catania.


Fonte:www.ansa.it

mercoledì 10 novembre 2010

Biogas

Con il termine biogas si intende una miscela di vari tipi di gas (per la maggior parte metano, dal 50 al 80%) prodotto dalla fermentazione batterica in anaerobiosi (assenza di ossigeno) dei residui organici provenienti da rifiuti, vegetali in decomposizione, carcasse in putrescenza, liquami zootecnici o fanghi di depurazione, scarti dell'agro-industria. L'intero processo vede la decomposizione del materiale organico da parte di alcuni tipi di batteri, producendo anidride carbonica, idrogeno molecolare e metano (metanizzazione dei composti organici).


Tecnologie produttive
Il biogas si forma spontaneamente. Le discariche di rifiuti urbani ne sono quindi grandi produttori, visto che normalmente il 30-40% del rifiuto è appunto materiale organico; tale gas deve essere captato per evitarne la diffusione nell'ambiente e può essere utilizzato per la produzione di energia elettrica. A titolo di esempio, da una discarica di circa 1.000.000 metri cubi che cresce di 60.000 m3 ogni anno, si possono estrarre quasi 5,5 milioni di metri cubi di biogas all'anno (oltre 600 m3 ogni ora)[1].
Sono state sviluppate tecnologie ed impianti specifici che, tramite l'utilizzo di batteri in appositi "fermentatori" chiusi (da non confondere con gassificatori) e sono in grado di estrarre grandi quantità di biogas dai rifiuti organici urbani (preferibilmente da raccolte differenziate) e dal letame prodotto dagli allevamenti intensivi, o anche dai fanghi di depurazione e dai residui dell'agro-industria. Gli impianti di biogas idonei al trattamento di matrici prevalentemente solide sono chiamati "a secco" e cioè non hanno bisogno di liquami per il loro funzionamento. In questo caso l'acqua necessaria al processo è legata all'umidità del materiale utilizzato per alimentare l'impianto. Il gas prodotto in questo processo (biogas) può essere quindi utilizzato per la combustione in caldaie da riscaldamento o per produrre energia elettrica e/o calore; il biogas è formato prevalentemente da metano, pertanto con un necessario processo di depurazione e separazione di altri componenti (per esempio, anidride carbonica e zolfo), può essere usato come biometano per autotrazione (auto e veicoli a metano). Quest'ultima applicazione ha trovato buon successo in Paesi del centro Europa quali Svizzera, Germania, Svezia ecc., e in via sperimentale anche in Italia, costituendo una delle più concrete promesse nel campo della mobilità eco-sostenibile.
Esistono varie tipologie di impianti di produzione di biogas indirizzati a trattare matrici organiche differenti, liquide o solide. Caratteristiche principali di un impianto sono il sistema di miscelazione matrici all'interno del fermentatore/digestore, il caricatore di matrici solide così come il sistema di filtrazione del biogas prodotto.


Vantaggi nell'uso del biogas
La CO2 prodotta dalla combustione del metano così ricavato permette quasi di pareggiare il bilancio dell'anidride carbonica emessa in atmosfera: infatti la CO2 emessa dalla combustione del biogas è la stessa CO2 fissata dalle piante (o assunta dagli animali in maniera indiretta tramite le piante), al contrario di quanto avviene per la CO2 emessa ex-novo dalla combustione dei carburanti fossili. Ulteriore vantaggio ecologico nell'utilizzo del biogas, è quello di impedire la diffusione nella troposfera del metano emesso naturalmente durante la decomposizione di carcasse e vegetali: il metano è infatti uno dei gas-serra più potenti ed è quindi auspicabile la sua degradazione in CO2 e acqua per combustione. L'emissione di 1 kg di CH4, in un orizzonte temporale di 100 anni, equivale ad emettere 21 kg di CO2.



Fonte